Palla avanti e pedalare!
È uno degli aforismi più famosi del calcio italiano coniato da un grande allenatore dello storico Torino: Mario Sperone.
Il suo spirito sembra essersi reincarnato tra le fila del Casarano che anche nella trasferta di Agropoli ricalca in maniera fedele lo schema di gioco interpretato – soccombendo – contro il Rotonda. Ovvero la costruzione del gioco non dal basso ma dal lontano con lunghe e tese parabole che non sempre, nelle caotiche savane difensive della serie D, raggiungono l’obiettivo sperato.
Se poi incontri una squadra dal nome che ricorda una marca di yogurt altoatesino, per di più retrocessa, devi mettere in conto una certa acidità: lo streptococco, devastante, si chiama Antonio Croce – un sensitivo di 37 anni che ormai avverte la porta per telepatia – che ha trafitto Pucci dopo soli tre minuti di gioco svelando un baratro di sofferenza per la redenzione del popolo casaranese che soffre, soffre come soffre la squadra.
Il team di Laterza è forse la scommessa tattica più originale dell’intero girone col suo modulo che prevede un elevato tasso creativo quando la squadra cambia atteggiamento in corso d’opera e decide di mettere la palla a terra: in queste fasi di gioco le serpi hanno fatto vedere non solo quello che valgono ma soprattutto offerto la proiezione di quel che potrebbero valere se tutte le rotelle del meccanismo andranno al posto giusto.
Del resto, segnare due reti in quel modo, mentre quelli ti prendono a pallate e ti sbatti nel tuo nirvana difensivo, è segno evidente di buona volontà che diventa consapevolezza di sé quando ci aggiungi il brivido di essere in vantaggio in pieno recupero.
Niente a che vedere con la nuda statistica: c’è tanta roba da scoprire soprattutto in previsione del match contro il panzer Fidelis Andria. La partita, più dolente di un dente cariato per la situazione del Casarano, ci offre lo spunto per una classica e forse ingenua considerazione da Bar dello Sport: Baietti, Burzio, Strambelli, Cecere hanno appena dismesso la maglia rosso-azzurra dopo i play-off (poi c’è Feola che con noi ha fatto 3 stagioni) evidenziando un aspetto solo apparentemente normale per questa categoria: si fanno e si disfano le squadre monouso che durano una stagione senza cantierizzare progetti a medio termine orientati alla crescita.
Ma su tutto scorre l’amore del popolo rosso-azzurro per i suoi colori e che ci fa gridare, oggi più che mai: Forza Casarano! Tutti al Capozza domenica prossima.